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Turismo

Il rilancio del Mezzogiorno
Il turismo è la chiave di rilancio del Mezzogiorno

Chi si avventura al Sud, ne resta affascinato.

Da un recente studio emerge che si spingono oltre Roma solo il 29% dei turisti tedeschi, il 24% di britannici, il 16% di francesi. E per questi visitatori contano la bellezza delle spiagge e del patrimonio artistico delle città meridionali. In particolare i tedeschi preferiscono la Sicilia (41%), i britannici prediligono Napoli, le isole e la costiera ( il 36% contro il 28% che va in Sicilia), mentre i francesi si dividono equamente fra interesse per la Campania (28%) e per la Sicilia (27%). Più distaccate le altre mete, con i tedeschi in maggioranza in Sardegna e in Puglia (10%) rispetto a britannici (9% verso l’isola, 3% sulle spiagge pugliesi) e francesi (5% in Sardegna, 1% in Puglia). Risposte rivelatrici del margine d’attrazione che tante località turistiche del sud avrebbero se fossero meglio conosciute. La città più amata da tutti è Napoli. Cibo e buon vino sono apprezzati in particolar modo dagli inglesi (24%) e un po’ meno da tedeschi (17%) e francesi (10%).

È la mafia e la camorra, invece, a pesare negativamente sulle fortune del turismo meridionale e non i rifiuti di Napoli. Almeno secondo questo sondaggio di Confesercenti sul flusso turistico straniero in Italia. Solo due stranieri su dieci hanno trascorso nell’ultima estate le loro vacanze in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Ancora pochi, se si pensa al potenziale turistico che potrebbe arrivare in Italia.

Ma c’è una buona notizia: c’è un bacino di circa il 70-80% di turisti stranieri che ancora manca all’appello, anche perché la pubblicizzazione all’estero delle regioni meridionali è molto bassa se non addirittura assente: il 23% dei tedeschi ha dichiarato di essere venuto in Italia su suggerimento di amici o familiari, il 21% degli inglesi e il 20% dei francesi.

E c’è la televisione, circa il 20% dei turisti stranieri si sono fatti un’idea dell’Italia guardando programmi o film. In ultimo, c’è internet: il nostro paese è risultato, infatti, tra i più cliccati in Europa, al quale accedono il 14% di tedeschi, il 15% di britannici, il 12% di francesi. Per questo la Confesercenti ha lanciato la proposta di una serie di campagne pubblicitarie per fare conoscere ed apprezzare il Sud all’estero, e di far partire un portale internet capace di attrarre le diverse fasce di turismo internazionale.

Ma serve anche una nuova capacità progettuale di istituzioni, enti locali ed associazioni per realizzare una accoglienza del turismo straniero in grado di destagionalizzare gli arrivi e di prolungare quindi la stagione turistica di massa. Le carte vincenti le sappiamo tutti: sole, arte e bellezze naturali. Questo fascino richiama l’esigenza di destagionalizzare il turismo utilizzando le condizioni particolari della posizione climatica e la grande offerta sul piano culturale che non difettano certo alle regioni meridionali.

E per avere più turisti, secondo la ricerca, il Sud dovrebbe essere promosso all’estero in modo migliore: circa l’11% di britannici, tedeschi e francesi dichiara di non avere informazioni utili a poterlo scegliere come meta di una vacanza. Considerevole anche la quota di chi dichiara di non essere interessato ad una visita: a quasi due europei su dieci una vacanza a Napoli, a Palermo o a Bari non interessa affatto.

Mettere il Mezzogiorno al centro del mondo.
Il Mezzogiorno possiede parecchi punti di forza che andrebbero valorizzati e sfruttati, come il patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale, oltre ad elementi di attrazione sociale e l’enogastronomia, ma ha anche numerosi punti di debolezza come una sostanziale marginalità rispetto ai circuiti turistici mondiali, una mediocre offerta ricettiva, la presenza modesta di infrastrutture, una scarsa riconoscibilità all’estero. Questo mentre la concorrenza mediterranea è aumentata grazie a politiche unitarie di quegli Stati, con forti investimenti ed azioni di marketing che ne hanno aumentato la competitività.

Occorre, secondo la Confesercenti, una politica nazionale unitaria che valorizzi l’immagine e promuova il valore aggiunto del Mezzogiorno nel suo insieme, innanzitutto attraverso un efficace brand turistico come “South Italy”, contestualmente ad interventi decisi sulle infrastrutture (aereoporti, porti, autostrade, ferrovie), sostenendo la mobilità, incentivando investimenti (anche di fascia alta dall’estero) di ampliamento e riqualificazione dell’offerta con nuovi servizi attrattivi (aree benessere, sportive), favorendo aggregazioni per maggiori dimensioni aziendali e la loro messa in rete, attuando politiche coordinate di marketing e promozione, organizzando una destagionalizzazione che vada oltre il balneare con politiche di prezzo incentivanti e un sostegno della domanda turistica per aumentare le presenze “fuori stagione”.

Non da meno risultano essere interventi tesi allo sviluppo di veri e propri distretti turistico-culturali, processi che innalzino lo standard qualitativo dell’accoglienza attraverso le leve della formazione, del credito, della detassazione degli utili reinvestiti, del contenimento dei costi con un taglio delle aliquote Iva, dell’Irap, della bolletta elettrica, della tassa sui rifiuti, della tassa di soggiorno.

Insomma un complesso di misure sancite in un “Patto per il Turismo”, una alleanza strategica tra Stato, Regioni e imprese (attraverso le loro rappresentanze) che può determinare il recupero del gap che l’indagine Confesercenti ha messo in evidenza.